Se normalmente è il nord Italia a fornire esempi di
sviluppo, rispetto e tutela dell’ambiente, ora è
l’Abruzzo ad essere arrivato per primo, offrendo un
esempio alle altre regioni in Italia. È avvenuto
quando il primo aprile scorso, insieme alle “Terre del
Monviso” (Piemonte) e all’Unione Montana dell’Appennino
Reggiano “La montagna del latte” (Emilia Romagna) la regione ha
presentato, nella sede del Ministero degli Affari
Regionali, il suo modello.
La differenza? Le
altre due regioni hanno presentato forme di aggregazione
non completamente funzionali. Il Parco Velino - Sirente
d’Abruzzo, invece, è riuscito a coinvolgere i sindaci e
gli operatori di 22 Comuni, di diversa provenienza
politica, firmando una convenzione.
Sono andata a trovare il Presidente del Parco
Francesco D’Amore, sindaco di Fagnano Alto (AQ), che mi
ha accolta insieme al Direttore Igino Chiuchiarelli nella
sede di Villa Cidonio a Rocca di Mezzo (AQ). Mi racconta
la storia del Parco, gli anni di commissariamento e di
difficoltà fino alla nuova dirigenza, locale e più
snella. Quel che più colpisce è l’entusiasmo
e la consapevolezza delle potenzialità del territorio
per l’abbondanza di montagne bellissime e per i tanti
borghi e luoghi da tutelare. L’Abruzzo è la regione
verde d’Europa nel centro Italia, ma sempre più spopolata
nelle zone interne. La transizione ecologica già c’era
da tempo, ma con scarsissime risorse a disposizione.
Il
Parco ha agito con tempestività intuendo la giusta
direzione per il raggiungimento del risultato.
"È
stato un lavoro non facile sconfiggere i campanilismi e
le differenze politiche. Siamo riusciti a convincere
tutti i soggetti interessati, dai sindaci agli operatori
turistici, per un lavoro di squadra", racconta il
Presidente. “Il successo? Ci siamo mossi per tempo, da
gennaio 2021, e abbiamo creato una convenzione che si
estende anche oltre il Parco, includendo il Comune di
Raiano con il quale condividiamo la gestione della Zona
di Speciale Conservazione delle gole di San Venanzio.
Soprattutto non abbiamo avuto il timore di
confrontarci. Il Parco dello Stelvio e il Parco
Regionale Adamello-Brenta ci hanno offerto spunti, sia sulle
opportunità sia sulle criticità. Per questo ce l’abbiamo fatta e
la nostra proposta è stata scelta come modello pilota
per le altre 27 regioni d’Italia che parteciperanno al
bando di settembre.”
Un altro traguardo è il riconoscimento di Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), una delle tre certificazioni che l’Europa riconosce. Consiste in un Piano di Azioni definito da operatori, enti locali, associazioni ambientaliste e culturali valutate da Europarc Federation con validità di cinque anni.
Il Parco Regionale Velino-Sirente nasce nel 1989 su
un’area di oltre 50.000 ettari, come richiesta di
conservazione di alcune emergenze di habitat di specie
animali e vegetali presenti nel territorio.
È
un’area che fa da cerniera fra la conca aquilana e la
Marsica. Il Monte Velino (2487 mt) e il Monte Sirente
(2349 mt) spiccano tra gli altipiani delle Rocche, di
Pezza e dei Prati del Sirente. Non mancano i canyon, di
superficie (le gole di Celano e San Venanzio) e
sotterranei (le grotte di Stiffe) oltre ai tanti
castelli, conventi e abbazie, conservati in
ottimo stato.
Molto si può fare, sia nei mesi invernali che in quelli estivi. D'inverno ce n’è davvero per tutti i gusti: snowboard e sci alpino, nella zona di Ovindoli e Campo Felice, lo sci di fondo nell’Altopiano delle Rocche e ai Piani di Pezza, e poi ancora snow walking con le ciaspole e sciescursionismo. Lo scopo è destagionalizzare il turismo e mantenerlo costante. Con l’arrivo dei nuovi fondi inizierà questa scommessa.
Come dice il proverbio, “chi prima arriva, meglio
alloggia”
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