IN BICI CONTRO IL DIABETE
ATTRAVERSO LE AMERICHE
Il dado è tratto. Non ci sono più scuse, ritardi,
slittamenti, dopo i due ultimi drammatici anni passati a
procrastinare l’avventura (era stata inizialmente
programmata per l’estate del 2020). Domenica 10 aprile i
primi due staffettisti messicani, Luis Daniel Avila
Ortega e Sebastiano Gaxiola, sulle loro biciclette sono
partiti da Caborca in direzione Stati Uniti. Le prime
pedalate del progetto “In viaggio Verso l’Alaska”, una
particolarissima staffetta sulle due ruote che dal
Messico attraverserà tutti gli USA, il Canada e l’Alaska
fino a Prudhoe Bay, il punto più a nord del Continente
Americano. Cinque frazioni, ognuna compiuta da una
coppia di ciclisti che si passeranno il testimone
secondo un itinerario prestabilito e che ci porterà il
12 luglio all’arrivo, per l’appunto Prudhoe Bay, dopo 93
giorni e 9430 chilometri percorsi. Dieci ciclisti,
un’unica grande meta.
Perché questa avventura,
perché in staffetta? Il nostro desiderio è quello di
completare la traversata ciclistica delle
Americhe iniziata dal nostro amico e grande
cicloviaggiatore Mauro Talini che nel 2013 partì in
solitaria da Ushuaia, in Argentina, la “fin del mundo”,
per attraversare tutte le Americhe e giungere in Alaska
portando il messaggio della lotta contro la povertà
(raccoglieva fondi per aiutare i bambini del Sudamerica
attraverso l’azione delle Missionarie dell’Immacolata
Padre Kolbe) e della lotta contro il diabete. Mauro
infatti era insulinodipendente, ma tutto ciò non gli
impediva di vivere una vita da sportivo e all’avventura
tanto da essere portavoce del messaggio “Diabetes no
limits”. Il 13 maggio a Caborca, in Messico, Mauro è
stato travolto e ucciso da un camion e il suo viaggio è
terminato lì, tragicamente. E due dei dieci ciclisti che
compiranno questa impresa sono anch’essi diabetici: un
ideale passaggio di consegne.
Lo spiegano ancora meglio le parole di Marcello
Grussu, presidente della Associazione Nazionale Italiana
Atleti con Diabete: “Alcuni dei protagonisti di questa
impresa sono persone affette da diabete di tipo 1,
esattamente come lo era Mauro. Con la loro presenza
contribuiranno a sfatare falsi miti e pregiudizi che
ancora esistono sulla patologia, consolidando l’idea che
il diabete non è un limite a prescindere, ma che se si è
capaci di sviluppare adeguate conoscenze e competenze
la malattia può essere assolutamente ben gestita, e non
impedisce la realizzazione dei propri sogni e delle
proprie passioni. Ma innanzitutto ciò che occorre è un
accesso alle cure coerente e adeguato, mentre persistono
grandi e gravi difficoltà nelle regioni più povere del
mondo per approvvigionarsi dei quantitativi di insulina
necessari”.
Ebbene, assieme all’Associazione
“Ancora in Viaggio” – immediatamente costituitasi dopo
il tragico evento e voluta dalla famiglia Talini e dalle
Suore Missionarie padre Kolbe per continuare a
diffondere i suoi messaggi di solidarietà – si è deciso
di proseguire il viaggio di Mauro e di portarlo a
compimento continuando la sua opera di
sensibilizzazione, specificatamente concentrata sulle
tematiche della Salute, della Sicurezza Stradale, della
Salvaguardia del Creato e della Solidarietà
(raccoglieremo dei fondi per una missione in Bolivia
delle missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe per
costruire 30 servizi igienici alle famiglie indigenti).
Ora anche gli ultimi preparativi sono stati completati. Ed è assai significativo che a prendere il testimone dai primi staffettisti sarà a San Diego proprio il nipote di Mauro, Teodros Talini, che pedalerà letteralmente nel nome dello zio. Sarà un’avventura entusiasmante, anche complicata, che ci porterà fino alle immense distese del Canada e dell’Alaska: costituiranno lo scenario dell’ultima frazione che mi vedrà protagonista assieme all’amico Dino Facchinetti. Lì, il 12 luglio, garrirà al vento la bandiera che Mauro ha sempre portato con sé e che costituirà il testimone che ci passeremo di mano in mano per portarlo fin lassù, assieme ai suoi ideali che stiamo condividendo in pieno.
Buon viaggio a tutti noi, e cioè a Luis Daniel Avila Ortega e a Sebastiano Gaxiola (prima frazione da Caborca al Confine USA, 703 km), a Teodros Talini e a Federico Angeli (seconda frazione da San Diego a San Francisco, 1080 km), a Alessio Fresco e Francesco Zazza, entrambi atleti diabetici (terza frazione da San Francisco a Salt Lake City, 1336 km), a Anacleto Zanfi e Antonio Tavoni (quarta frazione da Salt Lake City a Calgary, 2194 km), a Dino Facchinetti e Alberto Fiorin (quinta frazione da Calgary a Prudhoe Bay, 4117 km). Da domenica 10 aprile siamo… “Ancora in viaggio”.
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