Merano
regina
delle Alpi

Il fascino di una storia travagliata
Il culto dell'imperatrice Sissi

testo e foto di GIULIA GIGANTE

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Al riverbero del bagliore della luna, alla luce del mattino, nelle sfumature pastello dell’ora del crepuscolo o in qualsiasi altra ora della giornata, Merano appare, sempre e comunque, come una regina. Il fascino di questa cittadina dalla storia travagliata, che sorge nell’estremo nord della nostra penisola, all’incrocio fra tre valli e alla confluenza di due fiumi, l’Adige e il Passirio, in una conca circondata dalle montagne, è immutato in qualsiasi momento o stagione.

Camminando sotto i bianchi portici (Lauben) e nelle strette vie del centro storico si respira già un’atmosfera mitteleuropea e non solo per gli echi del passato austro-ungarico che traspare dalle facciate delle case, dai monumenti commemorativi, dalle pietanze della cucina locale e naturalmente dalla lingua tedesca che risuona un po’ ovunque (siamo in zona bilingue).

Merano si trova in una posizione strategica, al centro di una stella immaginaria ai cui vertici vi sono città di quattro paesi diversi, tutte più o meno equidistanti (a circa 300 chilometri) dalla cittadina altoatesina: Milano e Venezia per l’Italia, Salisburgo per l’Austria, Monaco di Baviera per la Germania e Zurigo per la Svizzera. Culture, lingue e stili si sovrappongono e si mescolano.

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Se uno dei parametri per valutare la cultura di un luogo è il numero delle librerie, la densità dei negozi di libri, nuovi o usati, in lingua tedesca o italiana, è impressionante e testimonia, insieme alle numerose iniziative culturali, la ricchezza della città sotto questo aspetto. Non a caso, nel periodo tra Ottocento e Novecento furono numerosi i poeti e gli scrittori che vi trascorsero lunghi periodi. Tra i frequentatori si ricordano Arthur Schnitzler e Franz Kafka (che qui scrisse una parte del Processo), Rainer Maria Rilke e, tra gli italiani, Ungaretti e Quasimodo.

L’attuale struttura architettonica della cittadina si caratterizza per l’intreccio che si è creato tra l’impianto medievale - con la cattedrale gotica di San Nicolò, il suo campanile su cui si trovano ben sette orologi, le casette e i cortili, le stradine silenziose che si inerpicano al castello - e gli elementi decorativi in stile liberty, che vi si sono aggiunti e talvolta incastonati all’inizio del secolo scorso.

Al crocevia tra due culture si colloca anche la gastronomia locale che, alle pietanze più tipicamente italiane (soprattutto della cucina delle regioni settentrionali), aggiunge specialità come i canederli alle ortiche, gli Strauben (frittelle tirolesi a forma di spirale con mirtilli), le focaccine di segale e trifoglio e gli gnocchi di barbabietole.

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Merano fu amata da Sissi (l’imperatrice Elisabetta d’Austria) che apprezzò le proprietà terapeutiche delle sue acque termali e fece conoscere le bellezze della città e del suo territorio dopo esservisi recata per curare la figlia Marie Valerie, che da piccola soffriva di problemi respiratori. Anche qui, come a Vienna, il mito della principessa triste è ancora molto vivo e a testimoniarlo c’è una torta al cioccolato di cui Sissi ha mangiato una fetta nel 1897 che viene conservata, come una reliquia, al museo Touriseum del castello di Trauttmansdorff.

Inoltre, le è stata intitolata una splendida passeggiata (Sissi Weg), che prende l’avvio dall’edificio liberty del Kurhaus, prosegue lungo il corso del fiume Passirio, attraversa un parco di cedri, pini e tigli in cui si erge una statua a lei dedicata e giunge fino al castello di Trauttmansdorff in cui soggiornava la principessa.

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Il percorso di Sissi è però solo uno degli itinerari scenografici che offre Merano; ad esso si aggiungono la Gilfpromenade, la passeggiata Tappeiner, che si distingue per gli scorci panoramici e il suo orto di erbe aromatiche, e due itinerari lungo il Passirio: la Winterpromenade (Passeggiata d’inverno) e la Sommerpromenade (Passeggiata d’estate).

Al fiume è legata anche la leggenda romantica della Giulietta e del Romeo locali: Johanna (appartenente a una famiglia di ricchi mercanti) e Rudolf (un carbonaio), che si gettarono nelle sue acque perché il loro amore era osteggiato dalle famiglie.

Concludiamo con una curiosità: a Merano si trova anche il Museo delle donne, unico nel suo genere in Italia, che raccoglie testimonianze su circa 200 anni di storia culturale e materiale dal punto di vista delle donne. Tra i vari reperti, nelle sue sale trova spazio la più completa collezione d'Europa di abiti e accessori femminili dell’Ottocento e del Novecento. 


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